Panoramica
L'impianto di biometano di Sant'Agata Bolognese è un progetto ambizioso del Gruppo Hera (prima multiutility in Italia a realizzare un impianto di produzione di biometano su scala industriale), che grazie ad un investimento per il revamping del sito esistente ha permesso il recupero di materia ed energia dal rifiuto organico grazie alla produzione di compost e biometano. Situato in Via Romita, nel comune di Sant'Agata Bolognese, l'impianto recupera rifiuti urbani organici da raccolta differenziata, mediante un processo di tipo anaerobico aerobico e produce compost di qualità e biometano.
L'impianto di compostaggio di Sant'Agata Bolognese è un vanto per tutto il Gruppo. Il processo di trattamento dei rifiuti organici permette di produrre biometano pulito e sicuro, che evita il consumo di oltre 6.000 tonnellate di petrolio all'anno come combustibile fossile pari a circa 14.000 ton di CO2 evitate.
Il biometano prodotto dall'impianto di compostaggio viene immesso nella rete di distribuzione gas per essere utilizzato in autotrazione e alimentare parte della flotta del Gruppo Hera, mezzi pubblici operanti sul territorio e veicoli privati.
Pagina aggiornata al 05 dicembre 2022
Scheda
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Capacità di trattamento
ll quantitativo massimo di rifiuti organici ammissibile all'impianto e costituiti da rifiuto umido organico e da scarti verdi e potature è pari complessivamente a 135.000 ton/anno. -
Tipologia di rifiuti ammessi
Rifiuti organici ad alta putrescibilità (rifiuto proveniente da scarti alimentari); -
Tipologia di rifiuti ammessi
Rifiuti organici a bassa putrescibilità (principalmente scarti verdi e potature).
- Sezione di ricezione e deposito del rifiuto organico: i rifiuti conferiti vengono scaricati a terra in apposite baie di deposito, da cui vengono avviati alle successive fasi di trattamento (il rifiuto ligneo-cellulosico conferito all'impianto non triturato necessita di un trattamento meccanico per la riduzione della pezzatura prima di essere utilizzato nel ciclo produttivo).
- Sezione di pretrattamento del materiale: il rifiuto organico ad alta putrescibilità da avviare alla sezione di digestione anaerobica viene precedentemente trattato (trituratore apri sacchi e vagliatura) al fine di aprire i sacchetti, aumentarne la superficie di contatto con la flora batterica ed allontanare la componente non biodegradabile. Al fine di garantire le corrette caratteristiche chimiche e l'idoneo tenore di sostanza secca del materiale in digestione anaerobica, al rifiuto organico ad alta putrescibilità viene addizionata una quota parte da rifiuto ligneo cellulosico e/o intermedio del processo di raffinazione finale ed all'occorrenza la miscela così formata può essere umidificata.
- Sezione di digestione anaerobica: Il processo di digestione anaerobica avviene in quattro reattori cilindrici dotati di un asse agitatore orizzontale per la movimentazione del substrato a trattamento ed alimentati da sistema automatizzato con funzionamento in continuo.
- Sezione di miscelazione digestato: al fine di raggiungere le condizioni ottimali di umidità e porosità del materiale da avviare al successivo processo di stabilizzazione aerobica per la produzione del compost di qualità il digestato in uscita dai fermentatori viene miscelato, mediante miscelatori automatici, circa con un pari quantitativo di materiale strutturante (rifiuto ligneo-cellulosico e/o sopravaglio derivante dalla sezione di raffinazione e stoccaggio del compost).
- Sezioni di stabilizzazione aerobica: il materiale viene avviato, mediante nastro trasportatore e pala gommata, alla sezione di stabilizzazione aerobica composta da trenta tunnel chiusi dotati di sistema di aerazione forzata sotto-cumulo atto a garantire l'ambiente aerobico. I tunnel di stabilizzazione aerobica sono dislocati in tre sezioni e sono dimensionati per un tempo di permanenza del materiale di almeno 21 giorni. Durante la fase di stabilizzazione aerobica vengono monitorati i parametri di processo, tra cui la temperatura del cumulo, al fine di verificare il mantenimento dei 55°C per almeno tre giorni garantendo la completa igienizzazione del materiale. In questa fondamentale fase, caratterizzata dall'attività biossidativa di microrganismi quali batteri, funghi e attinomiceti, avviene la degradazione del materiale e la contemporanea produzione di anidride carbonica, acqua e calore. Con l'esaurirsi dei composti enzimaticamente ossidabili, diminuiscono l'attività microbica e lo sviluppo di calore e si ottiene una frazione "humificata", ovvero il vero e proprio compost.
- Sezione di raffinazione e stoccaggio del compost: infine il materiale stabilizzato prelevato dalla sezione di stabilizzazione aerobica viene avviato alla sezione di raffinazione ove avviene la separazione delle frazioni grossolane e la produzione dell'ammendante compostato misto (compost di qualità) utilizzato come ammendante agricolo. La frazione più fine (< 8-12 mm) costituisce il prodotto finale (Ammendante Compostato Misto). Il compost viene poi stoccato in apposite aree e, una volta verificata la conformità, commercializzato. Le frazioni più grossolane prodotte dalle vagliature, composte principalmente da legno, possono essere reimmesse nel ciclo produttivo come strutturante o avviati a recupero o smaltimento presso idonei impianti autorizzati.
- Sezione di produzione di biometano: composta dalle seguenti fasi:
- Pretrattamento e desolforazione del biogas: il biogas che si forma all'interno dei digestori viene fatto fluire verso la sezione di purificazione, la prima fase di trattamento a cui viene sottoposto è la rimozione dell'acido solfidrico attraverso il lavaggio con soluzione alcalina.
- Upgrading del biogas: il biogas desolforato in uscita dalla torre di lavaggio viene compresso ed inviato alla sezione finale di raffinazione, che consiste nel processo di rimozione dell'anidride carbonica attraverso un lavaggio del gas ad acqua. Quest'ultimo trattamento di upgrading permette di ottenere biometano con caratteristiche chimico-fisiche idonee all'immissione in rete, con concentrazioni di metano pari a circa il 98%.
- Compressione: Il biometano prodotto necessita di un'ulteriore compressione prima dell'immissione nelle reti di trasporto e distribuzione del gas naturale. La capacità di produzione oraria di biometano dell'impianto è pari a 1.000 Sm3/ora.
La tecnologia è basata su un processo di degradazione anaerobica monostadio di tipo "semi-dry" (tenore di sostanza secca compreso tra il 22 ed il 24%), con funzionamento continuo, operante in regime termofilo (temperatura media nell'intorno di 55°C). In questo tipo di processo le fasi anaerobiche di degradazione biologica della biomassa e di produzione del biogas (idrolisi e acidificazione, acetogenesi e metanogenesi) avvengono tutte all'interno dello stesso fermentatore. Le reazioni biologiche che hanno luogo nei digestori avvengono ad opera di batteri estremamente sensibili alle variazioni di temperatura; pertanto, i digestori sono dotati di un sistema di riscaldamento finalizzato al mantenimento della temperatura ottimale per l'attività batterica. Parte dell'energia termica può essere prodotta recuperando i cascami termici del gruppo di recupero energetico del biogas prodotto dall'adiacente discarica. L'intero processo di digestione anaerobica viene gestito da un sistema di supervisione che permette di monitorare tutti i parametri di processo. Tale sistema permette inoltre di analizzare in continuo le caratteristiche chimiche del biogas prodotto. Il biogas che si produce dal processo di digestione anaerobica viene convogliato verso la sezione di produzione di biometano descritta all'ultimo paragrafo mentre il digestato viene trattato come descritto ai paragrafi successivi al fine d'ottenere il compost di qualità.
Documenti dell'impianto:
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Documenti di sicurezza per accedere all'impianto:
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