Panoramica
Società Herambiente Servizi Industriali
L'impianto di soil washing è ad oggi autorizzato a trattare rifiuti, unitamente alla sezione di inertizzazione per un massimo di 165.000 ton/anno con una potenzialità variabile a seconda delle caratteristiche granulometriche del terreno da trattare. In particolare, può lavorare da 25 t/h nel caso di terreni con contenuto di limo pari al 36%, fino ad una potenzialità di 50 t/h, nel caso di trattamento di matrici con contenuto di limo del 20%.
Pagina aggiornata al 05 dicembre 2022
- Ciottoli, ghiaia e sabbia grossolana (frazione a granulometria maggiore): recuperati e destinati a riutilizzo;
- Sabbie fini, limi, argille (frazione a granulometria fine): da sottoporre o ad ulteriore trattamento o da avviare a smaltimento o riutilizzata.
- Ciottoli > 150 mm;
- Ciottoli > 60 mm;
- Ghiaia 2-60 mm;
- Sabbia 0,06-2 mm.
- Fango dal trattamento chimico fisico delle acque di lavaggio;
- Fango con la frazione leggera derivante dal lavaggio delle terre;
- Materiale ferroso e materiale grossolano rimosso.
L'impianto ha una potenzialità variabile a seconda delle caratteristiche granulometriche del terreno da trattare; in particolare, ha una potenzialità pari a 25 t/h nel caso di terreni con contenuto di limo pari a circa 36% e una potenzialità di 50 t/h nel caso di trattamento di terreni con contenuto di limo pari a circa 20%.
La sezione di lavaggio dei terreni contaminati prevede un processo di lavaggio dei terreni con acqua ed eventuale aggiunta di detergenti specifici (tensioattivi e soda), oppure di disemulsionante organico (in presenza di emulsioni oleose nei terreni) o di ipoclorito di sodio (nel caso di terreni maleodoranti) al fine di ottenere materiali idonei al successivo recupero diretto o al successivo trattamento di inertizzazione.
Il processo di lavaggio consente la rimozione di metalli pesanti, idrocarburi a catena lineare e aromatici (BTEX, IPA) solventi organoclorurati.
I rifiuti, dopo eventuale passaggio in un frantumatore fuori linea, vengono alimentati alla tramoggia di carico del sistema di vagliatura grossolana. Da qui, tramite nastro trasportatore dotato di separatore magnetico, vengono vagliati ulteriormente con vaglio sgrossatore con separazione e lavaggio materiali con dimensioni > 60mm. La frazione più fine fra 2 e 60 mm viene avviata alla successiva fase di lavaggio. Segue il passaggio in tre idrocicloni, il lavaggio e la vibroasciugatura della sospensione di acqua e sabbia con separazione della sabbia. L'acqua di lavaggio a fine ciclo viene avviata al trattamento chimico-fisico asservito allo stesso impianto di lavaggio terreni.
Dall'operazione di lavaggio dei terreni, si ottengono le seguenti frazioni:
Nel caso che gli inerti in uscita dall'impianto di lavaggio non rispondano alle caratteristiche attese, viene valutata la possibilità di effettuare un ulteriore ciclo di lavaggio, oppure il trattamento di inertizzazione, o di avviarli ad altri impianti di trattamento o smaltimento. Dall'attività di lavaggio si originano anche le seguenti tipologie di rifiuti:
Specifiche procedure di controllo dei rifiuti vengono applicate sia nella fase di definizione dei contratti con i clienti (la fase di "omologa") sia nella fase di accettazione dei conferimenti presso l'impianto.
La corrispondenza tra la qualità del rifiuto in ingresso e la rispettiva omologa è verificata mediante controlli visivi e analitici, svolti istantaneamente, periodicamente ed "a spot", con il prelievo di campioni del rifiuto.
Superata la fase di controllo i rifiuti vengono avviati ai trattamenti definiti in fase di omologa.
La sezione di lavaggio dei terreni contaminati prevede un processo di lavaggio dei terreni con acqua ed eventuale aggiunta di detergenti specifici (tensioattivi e soda), oppure di disemulsionante organico (in presenza di emulsioni oleose nei terreni) o di ipoclorito di sodio (nel caso di terreni maleodoranti) al fine di ottenere materiali idonei al successivo recupero diretto o al successivo trattamento di inertizzazione.
Il processo di lavaggio consente la rimozione di metalli pesanti, idrocarburi a catena lineare e aromatici (BTEX, IPA) solventi organoclorurati.
I rifiuti, dopo eventuale passaggio in un frantumatore fuori linea, vengono alimentati alla tramoggia di carico del sistema di vagliatura grossolana. Da qui, tramite nastro trasportatore dotato di separatore magnetico, vengono vagliati ulteriormente con vaglio sgrossatore con separazione e lavaggio materiali con dimensioni > 60mm. La frazione più fine fra 2 e 60 mm viene avviata alla successiva fase di lavaggio. Segue il passaggio in tre idrocicloni, il lavaggio e la vibroasciugatura della sospensione di acqua e sabbia con separazione della sabbia. L'acqua di lavaggio a fine ciclo viene avviata al trattamento chimico-fisico asservito allo stesso impianto di lavaggio terreni.
Dall'operazione di lavaggio dei terreni, si ottengono le seguenti frazioni:
Nel caso che gli inerti in uscita dall'impianto di lavaggio non rispondano alle caratteristiche attese, viene valutata la possibilità di effettuare un ulteriore ciclo di lavaggio, oppure il trattamento di inertizzazione, o di avviarli ad altri impianti di trattamento o smaltimento. Dall'attività di lavaggio si originano anche le seguenti tipologie di rifiuti:
Specifiche procedure di controllo dei rifiuti vengono applicate sia nella fase di definizione dei contratti con i clienti (la fase di "omologa") sia nella fase di accettazione dei conferimenti presso l'impianto.
La corrispondenza tra la qualità del rifiuto in ingresso e la rispettiva omologa è verificata mediante controlli visivi e analitici, svolti istantaneamente, periodicamente ed "a spot", con il prelievo di campioni del rifiuto.
Superata la fase di controllo i rifiuti vengono avviati ai trattamenti definiti in fase di omologa.
Nell’area antistante il capannone che ospita l’impianto di lavaggio terre e di inertizzazione è realizzata un'area destinata allo stoccaggio delle terre di bonifica da sottoporre a lavaggio e degli inerti derivanti dal trattamento. L’area è pavimentata in cls di tipo industriale con pendenza verso la parte centrale per consentire la raccolta delle acque di superficie.
- una frazione a granulometria maggiore (ciottoli, ghiaia, ghiaia fine e sabbia grossa), che può essere avviata al riutilizzo;
- una frazione fine (sabbie fini, limi, argille), che in funzione delle caratteristiche può essere da sottoporre a trattamento di inertizzazione, da avviare allo smaltimento o, se non contaminata, da avviare al riutilizzo presso impianti esterni.
- ciottoli > 150 mm;
- ciottoli > 60 mm;
- ghiaia 2-60 mm;
- sabbia 0,063-2 mm.
- Realizzazione di riempimenti e ripristini ambientali;
- Realizzazione di ripascimento, arginature ed opere fluviali;
- Realizzazione di sottofondi stradali;
- Riutilizzo nella produzione di conglomerati cementizi e/o bituminosi.
- Fango dal trattamento chimico fisico delle acque di lavaggio;
- Fango con la frazione leggera derivante dal lavaggio delle terre;
- Materiale ferroso e materiale grossolano rimosso.
La sezione tratta terreni contaminati con acqua e coadiuvanti del lavaggio, separando il terreno nelle frazioni che lo compongono, in maniera da ottenere materiali idonei al recupero, quali sabbie e ghiaie pulite. Il processo produce inoltre rifiuti inviati al recupero/smaltimento in impianti terzi.
Il processo prevede una fase di lavaggio dei terreni con acqua ed eventuale aggiunta di detergenti specifici (tensioattivi e soda), oppure di disemulsionante organico (in presenza di emulsioni oleose nei terreni) o di ipoclorito di sodio (nel caso di terreni maleodoranti) al fine di ottenere materiali idonei al successivo recupero diretto o al successivo trattamento di inertizzazione, consentendo la rimozione di metalli pesanti, idrocarburi a catena lineare e aromatici (BTEX, IPA), solventi organoclorurati.
L’acqua usata per il lavaggio, caricatasi delle sostanze contaminanti e dei materiali più fini del terreno (sabbie molto fini e limo), viene avviata ad apposita sezione di trattamento chimico-fisico, di fianco all’impianto di lavaggio, per essere successivamente riutilizzata per il lavaggio dei terreni.
Le frazioni che si ottengono dal lavaggio sono:
Dall'attività di lavaggio si originano anche le seguenti tipologie di rifiuti:
Il processo prevede una fase di lavaggio dei terreni con acqua ed eventuale aggiunta di detergenti specifici (tensioattivi e soda), oppure di disemulsionante organico (in presenza di emulsioni oleose nei terreni) o di ipoclorito di sodio (nel caso di terreni maleodoranti) al fine di ottenere materiali idonei al successivo recupero diretto o al successivo trattamento di inertizzazione, consentendo la rimozione di metalli pesanti, idrocarburi a catena lineare e aromatici (BTEX, IPA), solventi organoclorurati.
L’acqua usata per il lavaggio, caricatasi delle sostanze contaminanti e dei materiali più fini del terreno (sabbie molto fini e limo), viene avviata ad apposita sezione di trattamento chimico-fisico, di fianco all’impianto di lavaggio, per essere successivamente riutilizzata per il lavaggio dei terreni.
Le frazioni che si ottengono dal lavaggio sono:
Dall'attività di lavaggio si originano anche le seguenti tipologie di rifiuti:
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